Pubblicato il: 24 Novembre, 2009

Deliver us from evil

DeliverUsfrom-evilJohannes decide di tornare nel suo paese natale, dove ancora vive il fratello Lars, e di ristrutturare la sua vecchia casa dove va a vivere con sua moglie Pernille e i loro due figli. Sembra tutto perfetto fino a quando Lars, alcolizzato e violento, investe con il camion Anna, la moglie di un ex generale molto in vista nella piccola comunità, e fa ricadere la colpa su Alain, l’immigrato bosniaco non ancora accettato dagli abitanti del posto. Johannes decide di difendere Alain, non credendolo colpevole dell’omicidio, e questo scatena l’ira e l’odio di chi invoca vendetta per Anna… Presentato al Ravenna Nightmare Film Fest 2009, “Deliver us from evil” (in italiano “liberaci dal male”, verso del Padrenostro)  è un incubo ad occhi aperti. Non tanto per le scene sanguinarie, che non sono poi moltissime in realtà, ma per i temi in esso affrontati: lo stato di bruttura ed ignoranza in cui versano gli abitanti del piccolo paese della Danimarca in cui si svolgono le vicende, la paura del diverso, l’estrema facilità con cui una festa goliardica si tramuta presto in violenza inaudita e feroce. In una comunità dove le donne sono proprietà degli uomini e l’alcol comanda gli animi, non trova spazio l’accettazione per chi proviene da una realtà diversa e per chi, come Johannes, conduce una vita benestante e di serenità con la propria famiglia. La sua scelta, onesta e ragionevole, di concedere ad Alain la possibilità di difendersi e di essere giudicato da organi preposti a questo, fa scendere lentamente la sua famiglia verso l’inferno.

Il regista del film, il danese Ole Bornedal, diventato noto grazie al thriller “Nightwatch” con Ewan McGregor e Nick Nolte, ci mostra i problemi e l’ipocrisia che caratterizzano la società odierna in tutta la sua crudezza e oscurità. Il titolo è un evidente richiamo alla religione cattolica di cui Anna era profonda devota e in nome della quale si cerca giustizia per la sua improvvisa morte. Il film lascia aperto uno spiraglio per la redenzione: ma a costo di altra violenza e di nuovo dolore. La bellissima e particolare fotografia e la buona prova degli attori rendono questo film un gioiellino che ci auguriamo riesca a ritagliarsi uno spazio presso le nostre sale cinematografiche.

Mariangela Celiberti

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