Spese armi eccessive per giochi di guerra depressivi
Armi – Si parla di spese pari a 76 milioni di euro al giorno (50.000 € al minuto), fonte l’Espresso (n.d.r.). L’Italia non ha speso tanto neanche sommando entrambi le guerre mondiali, mai così tanto dai tempi del dopoguerra.
Dal 2008 ad oggi in una sequela allarmante di brutte notizie, più o meno smentite, contornate da crolli e repentine riprese delle “borse” mondiali, abbiamo dovuto convivere con una crisi economica pesante e non immediatamente visibile.Tra il 2012 e il 2013 cominciarono a verificarsi una serie di avvenimenti drammaticamente connessi a questa crisi: licenziamenti a tappeto, le fabbriche chiudevano quotidianamente, la povertà aumentava, ecc. È così che la crisi è entrata nel vivo, continuando a procedere senza sosta, nonostante ogni giorno c’è chi si affretta a parlare di ripresa e di miracoli finanziari. Nel frattempo vanno succedendosi governi “più o meno” eletti dal popolo che compiono salti mortali con manovre finanziarie impossibili (per lo più votate al sacrificio) naturalmente a carico esclusivo dell’elettorato. “Sanità indebitata? Tagliamo!”, “La scuola costa troppo? Tagliamo!”, “Le aziende sono in difficoltà? Licenziamo!”, “Manca il lavoro? Licenziamo, ancora!”. Nonostante queste enormi difficoltà ci sono due capisaldi dell’economia italiana che restano intoccabili: i privilegi della casta e la corsa agli armamenti. La sensazione è che le risorse per le spese in armi non manchino mai, anzi, il loro bisogno viene soddisfatto con un sacrificio economico inversamente proporzionale a quello richiesto ai cittadini. Se da un lato l’italiano medio, agli stipendi dei parlamentari, agli sconti e alle carte di credito a loro riservati, alle auto blu e a tutto un campionario impressionante di privilegi per parenti e collaboratori, si è tristemente abituato, fa fatica ad accettare l’enorme spesa pubblica per la corsa agli armamenti. Spese in armi con numeri da capogiro: n° 10 cannoni semoventi da 155mm modello “Pz 2000” al costo di circa 500.000.000 di euro, n° 16 elicotteri “CH-47F Chinook“, per un miliardo di euro. Una coppia di sommergibili “U 212 Todaro”, ultimissimo modello, per la modica cifra di 2 miliardi di euro. Due “Gulfstream“, un particolare modello di jet da guerra, che per la sua velocità ed eleganza è soprannominato “la Ferrari dei cieli“, 750 milioni di euro, l’uno. Facendo due conti, la lista della spesa si attesta intorno ai 5 MILIARDI DI EURO. E questo vale solo per l’Italia. Si pensi che in Grecia, dove la crisi ha cancellato migliaia di secoli di storia, si arriva a spendere oltre un miliardo di euro l’anno in armamenti. Tanta roba per nazioni impegnate, tutt’al più, in qualche “missione di pace” e affossate da una crisi, quella sì, di proporzioni belliche. Si ricorda, inoltre, che questa lista riguarda le spese di un solo anno e non sono inclusi i costi del personale militare, della manutenzione, degli spostamenti e dei rifornimenti. C’è chi dice che una volta si stava meglio di oggi, ce lo potevamo permettere, insomma. Cosa si nasconde dietro tutte queste cifre esorbitanti in un periodo di profonda crisi? Bisogna cominciare seriamente a preoccuparsi di un’invasione aliena?
Girolamo Ferlito