Pubblicato il: 29 Maggio, 2010

Milano ordina: uccidete Borsellino

E’ stato presentato lo scorso 20 Maggio a Catania il nuovo libro del giornalista Alfio Caruso “Milano ordina uccidete Borsellino” il cui titolo esprima già l’idea portante dell’opera: secondo l’autore la morte del magistrato sarebbe dipesa dal fatto che «Borsellino mostrava di conoscere determinate vicende; mostrava soprattutto di non avere alcuna ritrosia a parlare dei rapporti tra mafia e grande imprenditoria del Nord […] confermando la tesi degli intervistatori che la mafia era non solo crimine organizzato, ma anche connessione e collegamenti con ambienti insospettabili dell’economia e della finanza» (dalla sentenza d’appello del processo Borsellino bis, Caltanissetta 18/3/2002). Durante la presentazione – presenti i giornalisti Nino Milazzo e Piero Isgrò e lo storico Tino Vittorio in qualità di relatori e di amici di vecchia data dell’autore – Caruso ha riesumato vecchi tasselli facendoli combaciare con i nuovi, ricordato personaggi e fatti che direttamente o trasversalmente sono entrati a far parte di una storia forse tutta da riscrivere. Ma soprattutto lo scrittore è andato al di là, anzi alle spalle, del libro spiegando come si sia servito di atti ufficiali, pubblici e mai smentiti e di come tali documenti, teoricamente accessibili a chiunque, siano di fatto sconosciuti. «Io non ho scoperto nulla: ad esempio già nel 2009 si svolgevano le indagini sul retroscena dell’attentato all’Addaura del quale si parla tanto in questi giorni» (a tal proposito, Milazzo ha affermato addirittura che durante la puntata di Annozero “Servizi segreti” è stato fatto riferimento ad elementi presenti nel libro senza però citarlo mai). Anche la memoria a scoppio ritardato è, secondo Caruso, un ostacolo all’acquisizione della verità: per esempio lo stesso Di Pietro ha ricordato ad anni di distanza alcune importanti informazioni comunicategli da Borsellino sul legame tra mafia e tangenti. Borsellino sapeva tante, troppe cose: «È arrivato il tritolo per me», disse ad un amico il 19 Luglio 1992. Insieme al magistrato sembra essere esplosa in mille pezzi anche la storia.

Ornella Balsamo

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