Pubblicato il: 28 Luglio, 2011

Le infanzie spezzate dagli abusi

abusi-sui-minori“Attenta Cappuccetto, non passare dal bosco, o potresti incontrare il lupo…” così recita una delle frasi più famose del racconto che ci ha sicuramente cullati tutti nel corso della nostra infanzia. Ma ora c’è da considerare se la famosa bambina con la mantellina rossa fosse più al sicuro nel bosco assieme alla bestiaccia o tra le mura domestiche, dove si stima che si consumino ogni anno il 70% degli abusi sui minori. Un termine che denota non solo l’atto sessuale in sé, ma ogni tipo di azione omissiva o autoritaria che va a danneggiare irreparabilmente lo sviluppo interiore del bambino. Gli psicologi ne distinguono quattro differenti tipologie, che vanno dalla trascuratezza alle percosse e dalla violenza psicologica a quella sessuale per un totale di un bambino su dieci che subisce forme di violenza ogni anno: questi i dati Istat che ci raccontano di un mondo nascosto di cui si parla ancora molto poco. Infatti, si calcola che solo una piccola parte di questi episodi venga denunciato, in quanto è difficile riconoscerli ed ancora di più trovare la forza di querelarli. Il problema risiede sempre nella famiglia, amaro teatro di questi scempi nella maggior parte dei casi: di fianco all’aguzzino, infatti, spesso si schiera una madre che cerca di coprirlo il più possibile nella speranza che l’episodio non si ripeta per evitare che il bambino subisca traumi ancora maggiori dalla separazione dei genitori. Tuttavia il silenzio non può essere una soluzione, anche se lo è stato per decenni prima che si iniziasse a parlare del problema. Se il minore è molto piccolo, per altro, egli non si rende nemmeno conto di ciò che gli succede ed arriva a vedere l’atto sessuale come una dimostrazione d’affetto da parte del genitore o del parente inteso dai suoi occhi ingenui solo come una figura che non può che volere il suo bene. Una sorpresa che sarà per lui doppiamente amara una volta che sarà in grado di comprendere davvero ciò che è accaduto attorno a lui quando era troppo piccolo per difendersi, e che purtroppo gli lascerà strascichi per tutta la vita. Le conseguenze, infatti, sono devastanti e colpiscono il settore psicologico, sociale e sessuale, e a questi si accompagnano anche disturbi di tipi fisico. Ovviamente, la gravità di questi effetti è commisurata alla gravità e alla durata dei maltrattamenti subiti ed alla soggettività di chi li subisce. In generale, la trascuratezza del genitore nei confronti del figlio può portare ad un ritardo nello sviluppo del bambino, mentre le percosse o la violenza psicologica portano a problemi nella costruzione dell’identità e complessi d’inferiorità. L’abuso sessuale vero e proprio, invece, lascia solitamente all’individuo una sessualità disordinata nel corso di tutta la vita, senza contare le ferite interne, quelle che non si vedono, ma che sono le più dolorose. Ed ora, non rimane che chiedersi con quale coraggio si possa spezzare la vita di un povero bambino con ancora mille potenzialità tutte da scoprire e sviluppare.

Sara Servadei

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