Pubblicato il: 27 Aprile, 2010

Cella 211

Madrid – Juan Oliver, sposato ed in attesa di un figlio, si reca al penitenziario di Zamora. È il giorno prima di iniziare il suo servizio nel carcere come guardia. Mentre altri due funzionari gli mostrano il carcere e gli spiegano come vanno le cose, Juan viene colpito al capo da un blocco di cemento staccatosi dal tetto. I due funzionari decidono di adagiarlo nella cella 211 in attesa dell’arrivo dell’infermiere. Ma in quel momento accade l’inatteso: i detenuti scatenano una violenta rivolta agli ordini del carismatico Malamadre, i due funzionari si mettono in salvo e lasciano dentro Juan, che si ritrova intrappolato all’interno del carcere. Per lui quindi l’unica possibilità per salvarsi e riuscire a riabbracciare la moglie incinta diventa quella di far credere agli altri detenuti, ed a Malamadre soprattutto, di essere uno loro.

Trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di Francisco Peréz Gandul, “Cella 211” è il quarto lungometraggio del regista spagnolo Daniel Monzon. Si tratta di un dramma carcerario, talvolta crudo e violento, che tenta di mostrare la drammatica situazione dei detenuti nelle carceri spagnole e condanna apertamente l’abuso di potere da parte delle autorità carcerarie. Il punto di vista adottato è quello dei detenuti, trattati come bestie e sottoposti ad ogni forma di violenza fisica, che rivendicano un’attenuazione del carcere duro e dell’isolamento. Juan è invece l’emblema dell’uomo ordinario calato in una realtà che gli si addice, ma che ben presto lo plasmerà a sua immagine e somiglianza.

“Cella 211” ha ottenuto notevole successo in Spagna, dove ha conquistato ben otto premi Goya tra cui quelli come miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista (a Luis Tosar che interpreta Malamadre) e miglior attore rivelazione (ad Alberto Ammann che interpreta Juan).

Diego Bonomo

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