Pubblicato il: 21 Aprile, 2009

Il West di Ennio Morricone

morriconeStivali che calpestano il terriccio di una desolata cittadina fatta di casupole di legno, un cappello logoro, il tintinnio degli speroni, un sigaro: leggendo queste parole i nostri occhi vedono probabilmente il cow boy per eccellenza, Clint Eastwood. E le nostre orecchie, cosa sentono? Ennio Morricone ha scritto oltre 400 colonne sonore per il cinema, di cui solo 30 per quello western: eppure è a queste che il suo nome è più legato. È insomma un po’ un luogo comune quello che fa del western uno dei simboli di Morricone, ma è sicuramente vero il contrario: uno dei simboli del western è Morricone. Per capire cosa rende così speciali le note del maestro romano, esaminiamo due dei suoi lavori più famosi, la colonna sonora de Il buono, il brutto e il cattivo e quella di C’era una volta il West. Tutti abbiamo in mente il duello finale del primo film in questione, le infinite inquadrature, i tanti primi piani. Ed è su questo che la musica agisce, dilatando infinitamente il tempo, costruendo nota su nota un senso di attesa spasmodica. Sempre più veloce, sempre più frenetico, sempre più epico, prima dello sparo finale, e del silenzio. Attesa, è la parola che si addice alla colonna sonora de Il Buono, il brutto e il cattivo. Con C’era una volta il West invece si cambia: la colonna sonora deve dipingere la fine di un’epoca, l’arrivo della ferrovia nel deserto, e lo fa con melodie struggenti. Il tema portante, attraverso un intenso acuto, tratteggia un mondo al tramonto con un’intensità nostalgica non indifferente. L’altra faccia della medaglia musicale di questo film è Armonica. Un personaggio silenzioso, duro, imperturbabile. Ed ecco che ogni volta che arriva in scena, il suo arrivo ci viene preannunciato, ancora prima di vederlo fisicamente, da dei secchi accordi di una sparuta armonica. Sentiamo queste note, e sappiamo che il protagonista sta per arrivare, un impressionante esempio di leitmotiv (altra capacità in cui Morricone è dotato di un genio invidiabile, quello di costruire dei temi ricorrenti legati a personaggi o luoghi assolutamente non banali e, paradossalmente, non ripetitivi). Nostalgia e ineluttabilità sono parole che ben si addicono alla colonna sonora di C’era una Volta il West. Forse è proprio questa la grandezza delle opere di Ennio Morricone, che a ognuna di esse si può attribuire un aggettivo, ognuna di esse ha una sua identità. La sua musica è sempre intimamente legata al film, rappresentandolo in tutto quello che esso vuole dire. Le sue sono colonne sonore grandiose, ma prima ancora di essere tali,  sono colonne sonore efficaci, rappresentative. Ed è stato bellissimo nel 2007 vedergli assegnato l’Oscar alla carriera, premiato da quel Clint Eastwood che non sono stati solo i film di Leone a lanciare, ma anche le musiche di Ennio Morricone.

Tomas Mascali

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