Priest Feast: la realtà è trash
Già sulla metropolitana cominciano a spiccare ragazzi con capelli lunghi e felpe con scritto: Iron Maiden, Slayer, Iced Earth e tanti altri gruppi immortali della storia del Metal. Fermata Lampugnano, scendiamo tutti e una volta fuori entriamo in una dimensione parallela e pittoresca: miriadi di persone pullulano intorno al Palasharp di Milano, tutte in giacca e pantaloni di pelle nera, anfibi, tatuaggi, piercing e quant’altro. Sono quasi tutti uomini, ma le donne non mancano: c’è già chi beve vino e birra e ben presto iniziano tutti ad incitare per l’apertura dei cancelli. Alle 18 e qualche minuto si comincia ad entrare e molti ragazzi corrono per riuscire a conquistare un posto sotto il palco. Il pubblico era molto vario: teenager e venticinquenni, ma anche quarantenni e cinquantenni piuttosto eccentrici e festosi, ma questo si spiega data l’età dei membri dei gruppi: soprattutto Testament e Judas Priest. Il concerto è iniziato dopo poco ed è stato davvero eccezionale. I Testament hanno aperto la serata con grande partecipazione da parte del pubblico in delirio sotto il palco; nonostante l’età i Testament hanno fatto tremare il Palasharp! Dopo una breve pausa le luci abbaglianti sono scese sulla bella chioma rossa di Dave Mustaine, leader cantante e chitarrista dei Megadeth che con la sua presenza carismatica e arrabbiata, ha riempito l’intero palcoscenico. I Megadeth hanno fatto in un’ora tutti i pezzi più importanti e storici del gruppo (Sleepwalker, Symphony of Destruction, A tout le monde, Wake up dead, Holy wars e altre) in un’esibizione davvero eccellente. I Judas Priest hanno chiuso il concerto con la loro presenza scenica eccessiva, spettacolare e fanatica. Rob Halford (cantante dei Judas), ha dato prova della relatività degli anni: la sua voce era davvero chiara e acuta, potentissima a dispetto dei suoi anni. I Judas Priest hanno occupato la scena con bandiere, moto, abiti in pelle e borchie come di consueto. Dentro il Palasharp la realtà sembrava davvero quella che gli occhi e le orecchie percepivano, più vera del sole che sorge ogni mattina: ma sappiamo bene che nella società ordinata e buonista e conformista in cui viviamo c’è spazio solo per altri generi musicali: il metal vive in strade sotterranee e buie e trova alimentazione in un mondo tutto suo che lo rende unico. Camminando per la strada i “pervertiti” e gli “oltraggiosi” si confondono facilmente in mezzo alla folla, ma al richiamo di un concerto tutti accorrono fondendosi in un corpo unico che in quelle ore vive di sola musica e per la musica. Grandioso, un concerto grandioso anche grazie ad un pubblico pienamente invasato come le Baccanti da Dioniso.
Elena Minissale
Quanto avrei voluto esserci, soprattutto per i Megadeth…ma certo che vedere in una stessa serata questi tre gruppi deve essere stato incredibile!
Molto bella la parte finale dell’articolo poi.
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