Pubblicato il: 24 Giugno, 2008

8xmille

8xmilleCirca 23 milioni di italiani, secondo dati Istat, sono impegnati, fino al 30 giugno per i lavoratori dipendenti e fino al 31 luglio per i lavoratori autonomi, a compilare la dichiarazione dei redditi per l’anno 2007. Tra le varie imposte obbligatorie la più controversa e dibattuta è quella dell’8xmille, che consiste nella devoluzione di una quota del gettito Irpef a favore di sei confessioni religiose (chiesa cattolica, valdesi, luterani, comunità ebraica, avventisti del settimo giorno, assemblee di Dio in Italia) o dello stato, ovviamente secondo la scelta fatta dal contribuente. Tuttavia sono molti i contribuenti che pensano all’8xmille come un’imposta iniqua e poco chiara, dove la disinformazione gioca un ruolo chiave.

Secondo gli ultimi dati resta ancora la chiesa cattolica quella che riceve la maggior parte dei soldi devoluti, e molti non si stupiscono perché pensano che ciò derivi dal fatto che il cattolicesimo è la prima religione in Italia, e del resto storicamente si sa che l’8xmille è un’invenzione craxiana del 1985, fatta per sostituire la congrua, ossia il pagamento da parte dello stato degli stipendi del clero. Però è accertato che non sono questi i motivi che favoriscono la chiesa, quanto un diverso trattamento pubblicitario rispetto alle varie opzioni e poca conoscenza del procedimento da parte dei contribuenti. E’ assodato che la chiesa cattolica è l’opzione più pubblicizzata durante la stagione delle tasse, procedimento favorito dai media nazionali e da quelli di proprietà della chiesa stessa, per non parlare del fatto che su internet il dominio www.8xmille.it appartiene alla chiesa cattolica, e al contrario per reperire informazioni esaustive e non faziose sull’imposta su un sito ufficiale qualsiasi bisogna votarsi a più di un santo. Ovviamente le altre opzioni non vengono minimamente pubblicizzate.

Lo smistamento delle preferenze fatte e di quelle inespresse sono un altro punto dolente, di cui si ravvisa pochissima informazione: il contribuente non da il suo 8xmille secondo il suo reddito ma ha solo valore di firma, infatti lo stato, dal totale delle entrate, detrae l’8xmille e poi, secondo la percentuale delle firme ricevute, devolve i fondi; inoltre il contribuente che non effettua una scelta, vedrà il suo 8xmille confluire proporzionalmente fra le sette istituzioni. Questo procedimento di smistamento dei fondi favorisce ovviamente l’istituzione che riceve più firme, che è puntualmente la chiesa cattolica. I detrattori della chiesa si oppongono anche al modo in cui vengono usati questi soldi, che nel caso della chiesa servono per la maggior parte a servizi per il culto e stipendi del clero, invece di essere utilizzati esclusivamente per opere culturali e socio-assistenziali, così come fanno le altre istituzioni. Dopo vent’anni inoltre ci si chiede come mai non entrino in gioco altre confessioni religiose, come l’islamismo o il buddismo, considerando anche ormai la natura europea dell’Italia, fortemente legata al fenomeno dell’immigrazione.


Rosanna Migliore

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