10 anni di “no” all’inceneritore
PISA. Castelfranco di Sotto e Santacroce sull’Arno sono due paesini della provincia toscana sui quali, ormai da anni, gravitano gli interessi della Waste Recycling, società specializzata nel trattamento dei rifiuti. Nel 2000 il tentativo di costruzione di un termovalorizzatore fu accantonato in seguito alle proteste della cittadinanza. Nel 2010 si è tentato di aggirare l’ostacolo puntando sulla disinformazione: del progetto presentato lo scorso Marzo nessuno ha saputo nulla fino al mese di Giugno quando, in seguito alla notizia dell’imminente costruzione dell’inceneritore, sono iniziate le prime raccolte di firme e le proteste. L’avvocato Luca Scarselli, attivista del comitato Unione Inquilina Pisa, spiega cos’è successo in questi mesi concitati:
«Si è venuti a conoscenza del progetto per l’inceneritore in maniera accidentale attraverso il consigliere Taglialagamba: dopo varie verifiche rigurado la veridicità delle informazioni sul progetto iniziano le raccolte firme, si richiede la valutazione dell’impatto ambientale e la partecipazione attiva della cittadinanza attraverso il processo di partecipazione, il cui giudizio però non ha nessun vincolo giuridico, solo politico. Si tratta di un procedimento costoso che ha però fornito pochissimi documenti finora. Nemmeno il contratto tra Waste Recycling e NSE di Empoli, la ditta costruttrice.»
A 10 anni di distanza, la Waste Recycling ci riprova. Esistono ragioni per cui il precedente esito negativo dovrebbe ribaltarsi? Quali sono le posizioni in merito delle amministrazioni comunali?
«Penso siano cambiati gli aspetti politici della questione – basti pensare alla questione dei rifiuti a Napoli – ma anche il progetto presentato è diverso. I comuni hanno fatto nicchia, non si sono espressi chiaramente. Castelfranco, Santa Croce sull’Arno, Montopoli e Santa Maria a Monte sono i territori interessati dal progetto: pare si facciano scudo appellandosi all’esito del processo partecipativo, unica eccezione Santa Maria a Monte che si è espressa negativamente.»
Si è parlato di mancata informazione. C’è stato supporto da parte della stampa locale?
«Prima che la notizia venisse diffusa, attraverso i giornali come attraverso facebook o i banchetti di raccolta-firme, la popolazione non sapeva in effetti nulla a riguardo, ma nemmeno gli stessi giornalisti. In seguito abbiamo avuto il supporto di tanti giornali locali, anche de La Nazione e Il Tirreno.»
Quali sono i prossimi obiettivi che si pone il Comitato?
«La nostra intenzione è utilizzare tutti gli strumenti legali per bloccare questo progetto e manifestere in maniera civile a pacifica il nostro dissenso.»
Ornella Balsamo