Pubblicato il: 2 Gennaio, 2009

Fame di lavoro e lavori da fame

fame-di-lavoroSempre più spesso si sente ripetere che in Italia c’è crisi. I dati economici, ormai da tempo,  confermano ampiamente questa tesi, avvalorata ulteriormente dai numerosi cittadini – giovani e meno giovani – impegnati nella ricerca, frequentemente vana, di un impiego che consenta loro di vivere in maniera dignitosa, senza l’assillo costante del non riuscire ad arrivare a fine mese e del timore di finire in mezzo ad una strada.Il mercato del lavoro già da alcuni anni propone soluzioni che lasciano con l’amaro in bocca molti lavoratori, costretti gioco forza a fare i salti mortali per pagare affitti, mutui, tasse, bollette e generi di prima necessità.

E’ largamente diffuso un sentimento che spinge molti dipendenti a sentirsi come equilibristi perennemente in bilico sui traballanti fili tesi nel tendone che ospita il circo della vita. Ognuno si districa come può tra contratti a progetto, collaborazioni occasionali, attività stagionali etc. con l’unica certezza di una retribuzione da fame. La necessità di una svolta che possa garantire una maggiore stabilità, capace di far tornare operai ed impiegati a camminare con i piedi per terra, lasciando una volta per tutte i pericolanti fili del precariato, si percepisce forte nell’aria. Una nitida – per certi versi scioccante – testimonianza giunge puntuale dai dati inerenti i 500 posti messi a concorso dal Ministero per i Beni Culturali: 159.439 le domande pervenute. Per la sola Toscana, che ricerca 89 lavoratori, le istanze presentate ammontano a 26.594. Numeri che parlano più di molte parole. Solamente una cosa, dunque, viene da chiedersi: cosa ne sarà di tutti coloro i quali vedranno infrangersi l’ennesimo sogno?

Andrea Bonfiglio

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