Pubblicato il: 27 Ottobre, 2008

Gurdjeff e lo sviluppo armonico dell’uomo

Il periodo a cavallo tra la fine del XIX secolo e la prima metà del ‘900 ha rappresentato indubbiamente un’epoca fertile per quel che concerne il proliferare di figure avvolte nel mistero. Chiaroveggenti, sensitivi, oracoli e asceti hanno conosciuto momenti di fama e di prestigio tali da divenire, in alcuni casi, dei veri e propri “Guru”. Nomi come Edgar Cacey, Madame Blavatskij e Aleister Crowley evocano agli appassionati di esoterismo sentimenti di stima, ammirazione, rispetto, stupore e talvolta persino di venerazione.

Tra i più idolatrati si colloca un personaggio controverso: l’enigmatico Georges Ivanovič Gurdjieff. Nato in Armenia nel 1872 e fondatore dell’“Istituto per lo sviluppo armonico dell’uomo” è stato uno dei filosofi-mistici più rinomati del secolo scorso. Le sue teorie sull’uomo e sulla vita miravano alla ricerca consapevole del sé, come elemento caratterizzante dell’essere vivente collocato nell’universo cosmico. « L’uomo moderno vive nel sonno; nato nel sonno, egli muore nel sonno. (…) ora riflettete soltanto su questo: che cosa può conoscere un uomo che dorme? Se ci pensate, ricordandovi nello stesso tempo che il sonno è la caratteristica principale del nostro essere, subito vi diverrà evidente che un uomo, se vuole realmente conoscere, deve innanzi tutto riflettere sulla maniera di svegliarsi, cioè sulla maniera di cambiare il suo essere. » si legge nell’opera – scritta da Pëtr Demianovič Uspenskij – “Frammenti di un insegnamento sconosciuto”: niente di più chiaro per comprenderne la base della dottrina.

Nel corso dei suo numerosi viaggi tra l’Asia, l’Europa e l’America, egli ha raccolto molteplici e assoluti consensi che lo hanno portato ad avere in ogni angolo del globo svariate migliaia di discepoli, dai quali ancora oggi viene diffuso nel mondo il suo pensiero. Fra i centri attivi che compongono la rete della cosiddetta “The Gurdjeff Foundation” i più conosciuti sono: “Institut Gurdjieff de Paris” (Parigi), “The Gurdjieff Foundation of New York” e “The Gurdjieff Society of London” (Londra). L’inconfutabile notorietà del personaggio, tuttavia, lo ha portato anche ad essere molto discusso: da una parte gli adepti ne hanno sempre tessuto le lodi; dall’altra i più diffidenti ne hanno messo in dubbio la condotta e la credibilità. La definizione di “malandrino” assegnatagli da Tiziano Terzani nel libro “Un altro giro di giostra” è quanto mai eloquente. Una figura, dunque, quella di Gurdjieff che a distanza di sessant’anni dalla morte fa’ ancora discutere, lasciando dietro di sé una schiera infinita di dubbi, certezze e perplessità.

Andrea Bonfiglio

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