Pubblicato il: 2 Febbraio, 2011

I Padrini del Ponte

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Il Ponte sullo Stretto, cavallo di battaglia di tanti politici desiderosi di essere eletti, opera monumentale, croce e delizia di tanti. Ma cosa c’è dietro? È stato presentato il 24 Gennaio in Via Siena 1, a Catania, il libro “I Padrini del Ponte. Affari di Mafia sullo stretto di Messina” di Antonio Mazzeo. L’autore, presente all’incontro, ha subito premesso di non essere contrario al ponte per partito preso, ma per via di una serie di valutazione nate dai suoi studi. Gli interessi dietro un’opera di tale portata, si parla di una spesa superiore ai dieci miliardi di euro, sono enormi, ma a cosa sono dovuti? Mazzeo racconta di aver presentato qualche giorno prima il libro a Ravenna, dov’è intervenuto un ingegnere di una delle ditte coinvolte nella progettazione dell’opera, ed è stato proprio lui ad avallare molti dei dubbi del “partito del no”. Su tutti, un semplice criterio di utilità: le stime del traffico che dovrebbe passare sul ponte sono molto sovradimensionate, e sembrano non tenere conto che con lo sviluppo continuo del trasporto aereo e di scali come Fontanarossa, ben pochi siciliani prenderebbero il treno o l’automobile per arrivare anche solo a Roma. Eppure la progettazione continua, seppure sia in pratica solo una sfida intellettuale, poiché sono stati stanziati già 750 milioni di euro per i soli progetti, e ve ne sono altri 1300 attualmente bloccati. I costi, già. Il giornale La Sicilia dedica spesso degli articoli pro-Ponte, sostenendo tra le altre la tesi che sarebbe a costo zero, visto che l’80 % dell’esborso sarebbe a carico di privati (ma la penale in caso di blocco nella costruzione sarebbe a carico dello Stato). Ma quale privato, con la situazione economica attuale, sarebbe disposto a spendere circa sei miliardi di euro in un progetto che sicuramente non porterà ricavi? Mazzeo ci dice che vi è stato un privato, ora in carcere, che ha davvero offerto quella cifra, cash, per la realizzazione dell’opera. E non ne mancherebbero altri, visto che il Ponte è una questione di prestigio, per privati del genere, un modo per farsi vedere presenti negli affari di uno Stato. Inutile dire che il nome di questi gruppi di privati inizia per M.

Tomas Mascali

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