Pubblicato il: 30 Settembre, 2009

Ricordando Vespaman

giorgio bettinelliIl mito della Vespa per alcuni è nato con Vacanze Romane, Gregory Peck e Audrey Hepburn che girano per le strade della capitale a bordo del più celebre (e celebrato scooter) di tutti i tempi. Per i più giovani, forse, il merito è di una canzone dedicata alla 50 special. In quel caso l’itinerario spaziava dai colli bolognesi alla riviera. C’è chi il mondo l’ha girato in vespa. Tutto e più volte. Chi l’ha girato con lui, attraverso foto, pagine di libri e di un blog. Ricordando Giorgio Bettinelli, supereroe noto come Vespaman. Il suo superpotere era quello di sapere raccontare con uno stile aperto, vibrante e acuto 300.000 km percorsi su due ruote attraverso le strade dei 5 continenti. Mancava la Luna. Mi piace pensare che il 16 settembre 2008, quando a 53 anni stava in Cina nei pressi di Jinghong con la moglie, abbia deciso di intraprendere quast’ultimo viaggio. Dopo aver superato il deserto del Saara, la sterminata Siberia, esser sopravvissuto alla malaria e ai guerriglieri del Congo che lo avevan persino sequestrato, una stupida infezione virale. Quattro libri: In Vespa – Roma Saigon, Brum Brum, Rhapsody in Black – In Vespa dall’Angola allo Yemen e La Cina in Vespa; fotografie raccolte nel volume In vespa oltre l’orizzonte, in cui il sorriso beffardo celato dai suoi celebri baffetti campeggia sotto un cipiglio curioso. In cantiere c’era un libro sul Tibet. Perché chi viaggia e scrive non può e non sa fermarsi. E lui era il viaggiatore per eccellenza a mio modo di vedere. L’Europa in Autostop a 14 anni, poi l’incontro casuale con le due ruote nel 1992.  E’ morto senza sapere nulla di motori. Perché per far certe cose non serve sapere la meccanica di un motore. Il motore che conta è un altro, il cuore. Bisogna sapere osare. Avere coraggio, forza, determinazione e curiosità. Ovviamente anche quel briciolo di incoscienza che può trasformare un disastro in un successo, e viceversa. Roma Saigon nel 1992: 24.000 km in nove mesi. Alaska Terra del Fuoco: 36.000 km dal 1994 al 1995. Poi Melbourne Città del Capo, per un totale di 52.000 km percorsi fra il 1995 e il 1996. La worldwide Odyssey, un giro del mondo dalla durata di tre anni, dall’ottobre del 1997 al maggio del 2001. Poi la Cina. I suoi libri van letti con mappe e foto alla mano. Viaggiare costa caro, ma sognare è gratis. Dopo i celebri diari della motocicletta, ecco quelli della Vespa. Ci sono centinaia di sue foto, articoli e servizi sparsi in tutto il mondo firmati da lui o dedicati al vespista più famoso di sempre. Un ginepraio che potrebbe e andrebbe tradotto in un film. Una caduta libera chiamata vita. Libertà. Si, la si ricollega facilmente a questo stato d’animo. Ma spesso si pensa erroneamente a muscolosi motociclisti. Centauri a cavallo di Harley rombanti e rumorose con addosso giubbotti di pelle degni dei migliori Hell’s Angels. Giorgio era gracilino e viaggiava in vespa. Più che un cavaliere dell’Apocalisse, un Don Chisciotte su un ronzino metallico alla conquista di non si sa cosa, alla conquista di quello che non c’è.

Luca Colnaghi

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