Pubblicato il: 13 Marzo, 2009

Il poema dei monti naviganti

poema-monti-navigantiCon “La leggenda dei monti naviganti” Paolo Rumiz ha vinto l’edizione 2007 del Premio Grinzane Montagna, il Premio Stresa Narrativa 2007, il Premio Chatwin 2007 sezione “Viaggi di Carta” e il Premio Città di Vigevano 2007. Attori che parlano come mappe geografiche, che percorrono chilometri di parole. Settemila, per l’esattezza, come quelli che lo scrittore giornalista Paolo Rumiz ha percorso sulla gobba montuosa della “balena-Italia”, da Fiume e il Golfo del Quarnaro a Capo Sud, alla scoperta di un’Italia vitalissima, di cui però, si parla troppo poco. Un’Italia di valli senza elettricità, case cantoniere, bivacchi, caverne, santuari, luoghi dove ci si imbatte in grandi vecchi come Bonatti o Rigoni Stern, in parroci bracconieri, custodi di rifugi leggendari, musicanti in cerca di radici come Francesco Guccini o Vinicio Capossela.

Due attori e un regista triestino innamorati di quel viaggio arcano ma ancora possibile anche in un tempo di viaggi virtuali e last minute, si incamminano sulle orme di Rumiz con lo stesso passo fuori dal tempo per dare voce ad un’umanità di pensieri, incontri, canzoni, radici, ritrovandosi, a ogni curva, dopo ogni salita, pieni di stupore e meraviglia. “Ero partito per fuggire dal mondo, e invece ho finito per trovare un mondo: a sorpresa, il viaggio è diventato epifania di un’Italia vitale e segreta. Ne ho scritto con rabbia e meraviglia. Meraviglia per la fiabesca bellezza del paesaggio umano e naturale; rabbia per il potere che lo ignora. Come ogni vascello nel mare grosso, la montagna può essere un insopportabile incubatoio di faide, invidie e chiusure. Ma può anche essere il perfetto luogo-rifugio di uomini straordinari, gente capace di opporsi all’insensata monocultura del mondo contemporaneo”. (Paolo Rumiz)

Irene Stumpo

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