Pubblicato il: 27 Ottobre, 2009

L’era glaciale, il nuovo capitolo dal vivo

l'era glacialeDirettamente dall’era glaciale, rigorosamente in 3D: la carcassa perfettamente conservata di un piccolo mammut lanoso. Il mistero della sopravvivenza della specie in un habitat trasformato dalle glaciazioni viene svelato parzialmente da questo incredibile ritrovamento. Il primo ritrovamento di mammut risale al 1789, ma ne rimase solo lo scheletro oggi esposto a San Pietroburgo. Poi ancora due adulti nel 1901 e nel 1948. Quest’ultimo fa parte di una serie di cuccioli rinvenuti nella seconda metà dello scorso secolo: Dima nel 1977, nel 1988 Masha. Con loro la possibilità della clonazione si è fatta più reale. Il cucciolo femmina di mammut, ribattezzato Ljuba (ljubov, amore), sarebbe morto 40.000 anni fa risucchiato da un fiume fangoso. Questo spiegherebbe i sedimenti rinvenuti nella cavità orale dell’animale. Il piccolo, se così possiamo chiamarlo dato che si tratta comunque di una cinquantina abbondante di chili per 130 centimetri di pelosità pachidermica, è stato ritrovato precisamente nella penisola artica di Yamal. La carcassa è stata rinvenuta perfettamente conservata tre anni fa da alcuni allevatori di renna della tundra siberiana: rimasti intatti gli occhi, la pelle, gli organi. Il tutto grazie a tre metri di permafrost, una coperta per un sonnellino di migliaia di anni. E siamo stati fortunati perché dalle parti di Yakutsk i tombaroli rivendono a prezzi esorbitanti l’antiquariato paleontologico. Dall’avorio nero dei collezionisti al nerd in grado di comprare un pelo di mammut a 50 dollari.

La scoperta è significativa perché in questo modo sono state aggiornate le ricerche sullo strato di grasso conservato nella sacca posteriore della testa che aiutava i mammut a mantenere costante la temperatura corporea e resistere alle intemperie della natura. Quindi una tomografia computerizzata in Giappone, sfruttando le ridotte dimensioni dell’animale che gli hanno consentito di entrare nella camera per gli esami tomografici. Ovviamente anche la ricostruzione del DNA trae un notevole vantaggio e, al di là delle allucinazioni succubi di Jurassic Park, a guadagnarne immediatamente è la quantità e la qualità delle informazioni relative all’estinzione della specie circa 10.000 anni fa. Poi anche sulle clonazioni poco da scherzare visto che a lungo si è parlato della possibilità di ibridare il dna estratto con l’ovulo di un elefante indiano. Una vera e propria ossessione dopo il ritrovamento celebre degli anni ’40 di un esemplare adulto completamente conservato in una coltre di ghiaccio. In quegli anni, poi, gli incroci andavano forte. Mengele docet. Come il cugino del futuro del circo Disney, Dumbo, anche Ljuba ha trovato un impresario e iniziato il suo tour: fino al 2014 infatti la carcassa dell’animale sarà impegnata in un tour nei musei di paleontologia di tutto il mondo.

Luca Colnaghi

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